Rosa A. Menduni & Roberto De Giorgi
Scrittura per cinema, teatro, tv
Sto un po' nervosa
In un tranquillo pomeriggio come tanti, una tranquilla psicanalista si trova davanti una paziente inattesa e irrequieta che pretende rimedi alla lucida, insana e corrosiva cattiveria che la divora.
Due logiche ferree e incrollabili, due diversi atteggiamenti nei confronti della vita si scontrano in un confronto comico e surreale. Agli attacchi dell’esistenza come si deve reagire? Bisogna ringhiarle in faccia, guadagnare su di lei centimetro su centimetro in una continua guerra di trincea, oppure ricavare all’interno del ruolo assegnatoci un nostro minuscolo spazio di autonomia? Come resistere nella impari lotta quotidiana contro l'ignoranza, l'incoscienza e la stupidità?
La psicanalista non solo fatica a trovare una risposta ma, incalzata dalla logica ferrea della paziente, finisce per crollare e dare sfogo a tutte le proprie frustrazioni umane e professionali. Sfiancata quotidianamente dalla segretaria depressa, incapace di negare un distaccato sostegno professionale al marito che la sta lasciando per una ventenne, la psicanalista finalmente libera le proprie energie represse e si scopre con terrore capace di tutto, persino di tentare un omicidio. Presa da un rabbioso e cieco desiderio di riscatto, decide che è tempo di mettere ordine nella propria vita, magari approfittando un po' della cattiveria più creativa ed esperta della riluttante paziente.
La psicanalista e suo marito - con la partecipazione straordinaria della segretaria depressa - diventano così interpreti di un burrascoso psicodramma diretto a braccio con incalzante sadismo dalla paziente tra inversioni di ruoli, accuse laceranti e improvvise rivelazioni che li portano allo stremo ma anche a fare finalmente chiarezza nei propri rapporti e dentro si sé.
La psicanalista ora è decisa a riappropriarsi della propria vita e mandare al diavolo tutto, famiglia, società, professione. E' pervasa da una nuova forza, nuova vitalità, nuovi progetti e una nuova cattiveria. Non potrà però contare su quella della paziente, che la sorprende ancora: convintasi dell’inutilità della lotta in questa società futile e globalizzata, decide di sparire alla volta di Calcutta, dove la vita forse non vale nulla ma paradossalmente ha un significato più alto e dove vale ancora la pena di arrabbiarsi.
Rimasta sola, senza più il conforto della cattiveria dell'altra, la psicanalista sente il coraggio di cambiare venirle sempre meno ogni minuto. All’arrivo di un nuovo paziente nello studio prevale di nuovo la routine... e aleggia il sospetto inquietante della follia.